Popolazione femminile, maschile, gravidanza, regime vegano e anziani
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Fisiologicamente la quantità di creatina è diversa in uomo e donna.
La donna ha il 70, 80% della creatina in meno dell’uomo, ha una massa muscolare inferiore e un introito da cibo più basso dell’uomo, ma cosa più importante la donna ha un assetto ormonale che comporta fluttuazioni di estrogeni e progesterone nel mese. I livelli di ormoni sessuali da un lato influenzano il metabolismo muscolare (con gli estrogeni che al loro picco nella fase luteinica stimolano la mobilizzazione dei grassi) e dall’altro influenzano la sintesi di creatina (agendo sulla espressione degli enzimi chiave) e l’attività della creatin kinasi.
L’azione della creatin kinasi varia dalle fasi giovanili a quelle menopausali della donna; in particolare i più alti livelli di CK sierica si riscontrano in giovani donne in pre menarca per ridursi poi nell’età riproduttiva. La gravidanza è caratterizzata da una oscillazione dei livelli della creatinchinasi, fortemente ridotta nel siero tra la 8-20 settimane per raggiungere il picco massimo dopo il parto a valori comparabili con quelli di chi ha avuto un infarto del miocarido.
Nel feto, non è noto quando l’asse renale-epatico del fegato sia abbastanza maturo per formare da se la creatina a partire da arginina , glicina e metionina ed ha quindi necessità del sostegno materno. Creatina che deve anche sopperire alle esigenze metaboliche della placenta. Mantenere un giusto bilancio della creatina materno supporta lo sviluppo corretto del feto, e poiché prima della nascita le cellule neuronali captano meglio la creatina, essa potrebbe avere proprio un ruolo di protezione da eventuale danno provocato ha ipossia durante il parto.
Per quanto riguarda l’uso nelle fasi adolescenziali , gli studi a supporto di un beneficio in ambito sportivo si focalizzano per lo più in nuotatori e calciatori ma vanno ancora valutati i limiti di utilizzo.
In età adulta come detto un uomo necessita mediamente di 2 g di creatina per ripristinare continuamente le sue scorte e mantenere il bilancio. La metà di essa è assunta tramite alimentazione ma l’altra metà è invece assunta dalle carni. Il regime vegetariano-vegano non consente l’approvvigionamento della creatina dall’esterno “costringendo” il corpo a cercare di formarne di più con uno stress metabolico. La popolazione vegetariana ha meno creatina nel sangue e nei muscoli ma non nel cervello . Un altro fattore che potrebbe inoltre contribuire alla bassa quantità di creatina è la comune deficienza di vit B12 che si presenta in questo tipo di regimi, una vitamina la cui variazione è collegata alla alterata sintesi di creatina.
La somministrazione di 0.3g/kg/gg (21g in un uomo di 70 kg) per 5 gg gia normalizza il contenuto di creatina nei muscoli , risultato raggiungibile anche con 0.25g /FFM/ per 7 gg + 0.006 g /kg ffm per 50 gg. Nelle donne vegetariane pare che anche 1 solo g al giorno può bastare.
In età avanzata si assiste ad un fisiologico calo cognitivo che potrebbe essere secondario alla riduzione di afflusso di sangue che limita la capacità di produzione di energia. Per poter supportare le richieste energetiche elevate, il cervello potrebbe “sfruttare” maggiormente il sistema anaerobico della glicolisi che però di contro non produce tanto ATP quanto i sistemi aeobici, richedendo così il supporto della fosfocreatina per ottenere ATP . La supplementazione di creatina può quindi aumentare le scorte di fosfocreatina per coprire le necessità neuronali. Effettivamente l’uso di 20 g al gg per una settimana seguita da 5g al gg ha migliorato le capacità mnemoniche di pazienti over 75 aa. È stato anche osservato che i livelli di creatina sono più bassi negli anziani a rischio di sviluppo di Alzheimer.
Oltre la componente cognitiva, con l’avanzare dell’età si riduce la forza, la massa magra, si va incontro a sarcopenia con maggiore rischio di frattura, si diventa più fragili. Diverse meta analisi hanno individuato nella creatina monoidrato come il fattore che migliora la forza e la massa negli arti se somministrata per 12-14 settimane a dosi di 7-20g seguite da un mantenimento di 3-8 g al giorno, soprattutto se in concomitanza di allenamento contro resistenza e l’effetto può essere potenziato dal concomitante consumo di carboidrati.
L’effetto sul trofismo si può avere non solo per la maggiore disponibilità di energia come forma di creatinfosfato, ma anche perché la creatina aumenta l’espressione di fattori di crescita muscolari IGF1-2 e fattori di regolazione come la miogenina. Riduce a livello mitocondriale lo stress ossidativo dei ROS e aumenta la proliferazione delle cellule satellite dei muscoli.
Tutti questi effetti non possono avvenire immediatamente subito dopo la somministrazione della creatina ecco perché c’è necessità di assunzione di almeno 5 giorni perché si possano innescare tutti i vari meccanismi.
Creatina : Le patologie coinvolte
Tra le patologie che beneficiano della supplementazione con creatina sono sicuramente quelle a carico muscolare, che sono le prime a cui si penserebbe anche in modo automatico.
Se si pensa all’atrofia da inattività per un intervento ad esempio la supplementazione con creatina apporta gli stessi benefici individuati negli anziani.
Altre condizioni muscolari sono quelle di patologie degenerative come le diverse forme di distrofie muscolari, la distrofia di duchenne è quella che pare rispondere meglio al trattamento con miglioramento della qualità della vita e miglioramento della funzionalità cellulare seppure non sia assolutamente una terapia risolutiva.
Sintomi muscolari in forma di mialgia come dolore muscolare, fatica muscolare, debolezza, crampi notturni si sviluppano nel 1.3 – 3% di persone che fanno uso di statine per abbassare i livelli del colesterolo. Dolori che peggiorano con l’esercizio fisico e possono, in una minoranza di casi, arrivare a miopatia fino alla rabdomiolisi. La creatina potrebbe prevenire l’insorgere di tali dolori portando ad essere più aderenti al piano terapeutico insieme alla supplementazione di Coenzima Q.
Altre patologie sono le IBD cioè le malattie infiammatorie croniche: morbo di chron e rettocolite ulcerosa.
Se ci pensiamo bene l’intestino è la sede di assorbimento della creatina proveniente sia dal cibo che formata a livello endogeno. Nel lume intestinale la creatina è assorbita grazie ad un trasportatore sodio-cloro dipendente (CrT1) e in parte attraversa le cellule intestinali per giungere nel sangue ed essere smistata nel resto del corpo, in parte è invece usata dalle cellule intestinali stesse fornendo l’energia necessaria ai processi di rigenerazione della mucosa e dell’integrità strutturale. Il microbiota inoltre è in grado di degradare la creatina in creatinina.
Le IBD si caratterizzano da infiammazione, disfunzione mitocondriale , deterioramento della mucosa. Se da un lato lo stato di ipossia indurrebbe l’attività della creatin chinasi cercando di generare energia per il ripristino della barriera, dall’altro è stato visto che pazienti con IBD Presentano una riduzione dei trasportatori intestinali della creatina. Se in laboratorio, si prendono cellule epiteliali intestinali e si blocca la loro capacità di esprimere il trasportatore della creatina, il risultato è che le cellule si stressano divenendo maggiormente glicolitiche, con una disorganizzazione del citoscheletro (l’impalcatura della cellula) e delle tight junction non più salde. L’intestino perde così la sua integrità.
In questa ottica si sta studiando la possibilità di utilizzare al creatina come supplemento insieme alla terapia farmacologica per incentivare lo stato di remissione di queste patologie, non prentendendo di essere la soluzione ma a supporto del ripristino della integrità di parete.
Il trasportatore della creatina è n realtà presente in diversi tessuti, compreso il cervello e un suo malfunzionamento può portare a disabilità cognitive, ritardo nello sviluppo e atrofia cerebrale. In questo caso la supplementazione con creatina non ha effetto ma si sta studiando la possibilità di usare dei veicolatori in forma di microparticelle per far giungere la creatina in sede cerebrale.
L’importanza della creatina a livello cerebrale è anche confermato dal fatto che alterazione degli enzimi GAMT e AGAT sono caratterizzate da ritardo nello sviluppo linguistico fino a caratteri autistici ed epilessia, Supplementazioni con 3-4 g di creatina per mesi, anni, hanno attenuato la situazione in bambini con queste problematiche, dosi che salgono a 10-20 in età adulta. Pazienti con alterazione degli enzimi AGAT e GAMT (quelli responsabili della formazione della creatina), dovrebbero raggiungere quote di 20-30 g al giorno di creatina monoidrato per mantenere stabile la quantità cerebrale di creatina. È stato infatti dimostrato come, in pazienti con difetti dell’enzima AGAT, 9 mesi di integrazione con Creatina monoidrato in dosi di 400mg/kg al giorno abbia aumentato dell’80% la quota di Cr. I pazienti con deficit dell’enzima GAMT hanno anche più difficoltà nell’accumulare creatina tanto che è stato necessario un intervento integrativo di 2 anni.
Così come lo sforzo fisico richiede pronta energia fornita dal sistema creatina /pck, allo stesso modo sembra che anche il cervello sotto pressione riduca le sue performance. La fatica mentale che si genera in uno sforzo mentale perdurato nel tempo è caratterizzata da un abbassamento di ph dovuto da un lato a un ridotto rifornimento da flusso sanguigno, dall’altro allo shift metabolico verso la glicolisi anaerobia con produzione di acido lattico. Sembra quindi plausibile in questi casi esempio in ragazzi sotto esame, manager, che l’uso della creatina almeno di 8-10 g per 10 gg possa attenuare questo stato
Il metabolismo cerebrale della creatina è anche alterato in alcuni tratti di depressione con livello di PCK tanto più bassi quanto maggiori sono i sintomi. Già di per sè i farmaci utilizzati (ormoni tiroidei o la SAM) aumentano la quantità cerebrale di creatina. Può quindi avere un senso, per migliorare lo stato clinico di questi pazienti aggiungere alla terapia farmacologica quella con creatina o utilizzarla ( 5-10g al gg) in soggetti che mostrano una tendenza depressiva ma che non sono in terapia.
Un altro ambito di potenziale uso della creatina è nella deprivazione del sonno che porta con sé deplezione di energia sotto forma di ATP e alterazione della attenzione e capacità psicomotorie.
Un altro ambito interessante di applicazione è quello relativo alle patologie metaboliche, nello specifico il diabete. Il trasportatore della creatina (CRT) è regolato dai livelli di cloro e sodio. Diversi ormoni aumentano il gradiente del sodio attraverso la membrana plasmatica influenzando così l’entrata della creatina. Tra essi L’insulina (in sovradosaggio), l’IGF 1, l’ormone tiroideo T3, Alcune catecolamine (adrenalina, isoproterenolo e clenbuterolo) possono stimolare l’attivazione del canale di trasporto della creatina. A sua volta la creatina aumenta i trasportatori del glucosio GLUT 4 alla membrana delle cellule muscolari. La co-ingestione di carboidrati e creatina aumenta la capacità di captazione della creatina e della capacità di stoccaggio del glucosio come glicogeno. In questa ottica l’integrazione con creatina in diabetici 2 migliora la tolleranza al glucosio di un pasto standard aumentando i glut4 e riducendo la glicemia su lungo periodo (HbA1c)
come in ogni ambito le variabili in gioco sono tante e i risultati nella medicina clinica possono essere contrastanti. Questo può dipendere dal tipo di patologia analizzata che non è detto risponda al trattamento, alla durata del trattamento (solitamente gli studi sono brevi, sotto i 3 mesi), alla dose somministrata che può andare da 0.25 a 20 g di creatina. Dalla forma di creatina utilizzata, ad oggi gli studi sono condotti con la creatina monoidrato. Altre caratteristiche possono essere proprie della persona quindi età, stato nutrizionale, ecc.
La sfera di patologie come la neurodegenerazione, il cancro e condizioni ossee sembrano non rispondere al trattamento con creatina. Quello che però oggi si sa è che la creatina dà ottimi risultati non solo nello sport, ma anche in condizioni quali anzianità, limitato apporto dietetico, alterazione della formazione di creatina dal corpo, in condizioni con alterazioni muscolari.
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