COLLATERAL FATTENING: L’EFFETTO YO YO CHE FA INGRASSARE DI PIÙ DOPO IL DIMAGRIMENTO
Chi ha fatto tante diete ha solitamente sperimentato l’effetto YO YO in cui dopo aver perso tanti chili, se ne riacquistano altrettanti e anche con gli interessi, in breve tempo e con deposizione di più grasso di prima.
Questo effetto detto Collateral Fattening o “effetto collaterale dell’ingrassamento” se lo volessimo italianizzare, è stato analizzato in uno studio del 2018 pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Clinical Nutrition
Diversamente da quanto si potrebbe pensare, quando si dimagrisce ad essere coinvolto nel processo non è solo il grasso, ma anche la componete magra.
Ed è proprio la perdita della massa magra a guidare l’ingrassamento successivo al dimagrimento
In altre parole dopo un dimagrimento (avvenuto in modo non adeguato) il corpo cerca di recuperare la componente magra ma nel farlo accumula grasso e lo fa più rapidamente rispetto a alla massa magra.
La massa magra è quindi un tessuto pienamente coinvolto con i meccanismi del controllo della fame e quando si riduce induce a mangiare maggiormente.
DA DOVE è NATO IL TERMINE COLLATERAL FATTENING
La dicitura Collater Fattening proviene dalla rianalisi dei dati dello studio sul digiuno noto come “Minnesota Starvation Experiment”. Uno studio durato oltre 1 anno al termine della seconda Guerra Mondiale, in cui 12 giovani uomini volontari normopeso sono stati seguiti durante un regime di semi-digiuno durato 24 settimane (in realtà sono stati monitorati anche per le 12 settimane prima).
Nelle 24 settimane di semi-digiuno c’è stata la perdita del 25 % del peso, il 70% di esso nella componente grassa e il 27% in quella magra.
La fase successiva, di rialimentazione o “refeed” è stata gestita in due momenti: per le prime 12 settimane la gestione della rialimentazione era guidata e misurata, nelle successive 8 settimane si lasciavano i volontari liberi di mangiare ciò che volevano. In queste 8 settimane i volontari hanno mostrato iperfagia, una fame da lupi, una fame enorme.
Al termine delle 20 settimane di rialimentazione ( le 12 guidate + le 8 libere), i volontari si sono ritrovati con un peso più alto di quello di partenza e una quantità di grasso maggiore.
Come si vede dalla immagine, quello che avviene è che nonostante durante la rialimentazione controllata si raggiunga il peso e il grasso di partenza, la tendenza a mangiare tanto, troppo, persiste anche dopo, fino al completo ripristino della componente magra.
Nel momento in cui però il corpo è riuscito a ripristinare la componente magra, ormai il peso è schizzato verso l’alto insieme all’accumulo di grasso. È come se ci fosse un ritmo di riacquisizione diverso tra la componente magra e quella grassa, ovviamente il grasso viene riaccumulato più velocemente del magro.
IL MODELLO DI AUTOREGOLAZIONE DURANTE L’AUMENTO DI PESO
Lo studio dell’esperimento Minnesota descritto sopra ha concesso di indicare un modello tramite cui il corpo regola l’aumento di componenti magre e grasse durante l’aumento del peso post -dieta
- Il controllo dello smistamento delle fonti energetiche al grasso o alle parti magre, è diverso in ognuno di noi e dipende dalla iniziale composizione corporea, dal rapporto tra parti grasse e magre iniziali. Questa composizione di inizio è “impressa nella memoria del corpo” e guida in che modo grasso e parti magre saranno mobilizzate nel dimagrimento e ridepositate nel recupero del peso.
- Durante le fasi di rialimentazione, si innesca un meccanismo di aumento della fame e aumento dell’ingestione del cibo il cui tasso è dato proprio da quanto grasso e magro sono stati tolti nella fase di dimagrimento. In parte la fame è un meccanismo che concorre al recupero del magro e delle parti grassi secondo il rapporto caratteristico della persona.Il grado di iperfagia può essere così elevato da eccedere la capacità dei tessuti magri di ripristinarsi: diversamente dal tessuto adiposo, i tessuti magri hanno una limitata capacità di deposizione della massa ed un carico calorico eccessivo, facilmente raggiungibile con gli alimenti ad alta densità tipici della nostra epoca, “aiuta” a depositare facilmente più grasso, con effetto di “Desincronizzazione” del recupero di grasso e parti magre
- Il tipo di alimenti consumati nelle fasi di rialimentazione-iperfagia, potrebbero essere scarsi come quantità proteiche e di microelementi come zinco, vitamine, tali da non arrivare alle quote del tessuto magro per l’accrescimento.
- Durante la rialimentazione persiste la ridotta capacità di dissipare il calore per una ridotta termogenesi da parte del tessuto adiposo
CONCLUSIONI
Dallo studio riportato possiamo quindi trarre delle conclusioni utili a stare attenti all’indesiderato effetto YO-YO:
- Il sistema di controllo della fame è guidato, tra i vari fattori, anche dalla componente magra. La perdita della componente magra induce a mangiare di più nel tentativo di ripristinare la massa magra. Il risvolto della medaglia è che c’è un concomitante accumulo, in eccesso, della componente gassa con una “desincronizzazione” tra il recupero del grasso e magro, con il recupero di grasso che è più rapido rispetto al magro
- Il collateral fattening deve essere visto come un effetto collaterale che si ha quando il corpo tenta di recuperare la parte magra persa durante il dimagrimento
- Ecco perché è fondamentale che il dimagrimento avvenga non solo tramite le pratiche alimentari ma che sia accompagnato costantemente dallo sport e dall’uso di sovraccarichi, per limitare il più possibile la perdita di componente magra e di conseguenza l’ingrassamento post dimagrimento.
- Il corpo ha una memoria della nostra composizione e tenderà a tornare verso la partizione grasso/magro di partenza, è quindi importante stabilire una composizione adeguata fin dalla giovane età
Referenza: Dulloo A.G. et al, Collateral fattening in body composition autoregulation: its determinants and significance for obesity predisposition, European Journal of Clinical Nutrition (2018) 72:657–664 foto copertina gratisography