DIMMI CHE FISICO HAI E TI DIRO’ QUALE SPORT FA PER TE
Solitamente si ci sente classificare come soggetto androide o ginoide a seconda di come si distribuisce il grasso “facendoci apparire come delle mele o delle pere”.
D’altro canto è capitato a molti di noi di andare in palestra e parlando con qualche amico di sentirsi dire .. “facile per te mettere massa; sei un mesomorfo”, oppure “c’è poco fare, essendo un ectomorfo rimarrai sempre esile qualsiasi cosa farai”.
Endomorfo – mesomorfo – ectomorfo … capiamo di capire cosa c’è dietro queste tre parole e se ci sia un collegamento con le capacità sportive.
UN Po’ DI STORIA
La somatipizzazione è un metodo per descrivere la fisicità in termini di un numero di certi tratti classificati secondo una scala. Già negli anni ’20 Kretschmer aveva ideato una classificazione su base visiva in cui i soggetti risultavano essere un’amalgama di 3 poli. Successivamente Viola nel 1933 compara ad un “normotipo” il valore ottenuto da misurazioni del torace, addome e del rapporto tra tronco e arti. Negli anni ’50 diviene popolare la teoria dello psicologo Sheldon, egli categorizzava il fisico in base al contributo di tre elementi fondamentali denominati somatotipi. Nella sua classificazione inseriva una componente genetica. Il fisico ha un certo aspetto a seconda di quale foglietto embrionale è preponderante, e per ognuno dei 3 si può attribuire un valore da 1 a 7 :
L’endoderma è il foglietto embrionale da cui origina il tratto gastro intestinale
Il Mesoderma è il foglietto embrionale da cui originano muscoli, cuore, vasi sanguigni
L’ectoderma dà origine alla pelle e al sistema nervoso.
L’altra caratteristica di Shaldon era quella di associare all’aspetto fisico dei tratti caratteriali. Risulta così che l’endomofo sarebbe “viscerale”, socievole, ama stare con le persone e la buona cucina; il mesomorfo sarebbe un tipo avventuroso, vigoroso, coraggioso, dominante. L’ectomorfo amante della solitudine, introspettivo, ansioso.
Ricorda un po’ le teorie di Lombroso che delineò i tratti fisici dei criminali…
Infatti proprio per questa connessione con i tratti psicologici ma anche per il metodo di valutazione solo visiva fu nel tempo abbandonata come teoria per lasciare il posto a quella maggiormente accettata e utilizzata anche in ambito sportivo per la valutazione del somatotipo. La nuova classificazione venne ideata proprio dall’assistente di Shaldon, Barbara Heath insieme a Lindsay Carter. Una classificazione, questa che si basa sempre su assegnazione di punteggi ma non più rigida come in precedenza e basata su misurazioni antropometriche. (1) (2)
DIAMO I NUMERI
Per individuare la categoria di appartenenza, c’è bisogno di una certa dimestichezza con le misurazioni antropometriche seppure qualcuno identifichi ad occhio, tramite foto quale può essere il somatotipo. Questo perché endomorfo – mesomorfo – ectomorfo hanno delle caratteristiche proprie.
- L’ectomorfo appare un tipo alto e magro con muscolatura e ossa fragili, spalle “cadenti”, torso relativamente corto e arti lunghi, torace piatto e stretto, braccia arrotondate, sporgenza aliforme delle scapole, dita allungate. È un tipo che disperde molta energia e ha poche cellule grasse. Ha difficolta nel mettere su muscoli.
- L’endomorfo è “il tipo grosso”, con un gran numero di cellule adipose, forme arrotondate, aspetto più morbido. Ha un viso largo, il collo corto, dita tozze, ossa forti. Ha un bel potenziale per mettere su muscoli, ma ha difficoltà nel perdere grasso.
- Il mesomorfo è colui che tutti vorrebbero essere, il muscoloso, colui che appare proporzionato, con una buona postura e muscolatura ben distribuita, quello che “appena tocca i pesi, cresce, e cresce bene”.
Bisogna dire che queste 3 categorie non sono così rigide, si possono avere tratti dell’una e alcune caratteristiche dell’altra definendo in realtà in tutto 13 somatotipi.
L’assegnazione è fatta in base a 3 valori dei quali il primo indica la componente endomorfica, il secondo la mesomorfica, il terzo l’ectomorfica che vengono inseriti in una somatocarta (2) (3).
STEP 1:
misurazioni necessarie:
Altezza in cm (BH)
Peso in kg (W)
Plica tricipitale (TS)
Plica sottoscapolare (SbS)
Plica sovrailiaca (SpS)
Plica polpaccio (CS)
Diametro articolazione gomito (EW)
Diametro articolazione ginocchio (KW)
Circonferenza bicipite in contrazione (BC)
Circonferenza del polpaccio (CC)
STEP 2
Questa fase richiede in realtà diversi passaggi, non è questa la sede per descriverli tutti nel dettaglio, basta sapere che le misure ottenute servono per stimare il grado di endomorfismo in base alle pliche e all’altezza del soggetto, il grado di mesomorfismo in base alle circonferenze e ai diametri, relativi all’altezza; il grado di ectomorfismo dal rapporto tra altezza e radice cubica del peso. I risultati dei calcoli effettuati vengono individuati in una tabella dalla quale si estrapola un indice numerico per ognuno dei 3 parametri (2) (3).
STEP 3
I valori ottenuti nello step 2 sono utilizzati per individuare le coordinate X ed Y della somatocarta.
X = valore ectomorfo – valore endomorfo
Y= 2 x valore mesomorfo – (valore endomorfo + valore ectomorfo) (3)
Come si nota, ai 3 vertici di questo triangolo ci sono gli ectomorfi – mesomorfi – endomorfi puri, tra di essi si pongono coloro che hanno caratteristiche intermedie, tutti delineati da 3 valori, quelli ottenuti nello STEP 2.
Oggi giorno avendo a disposizione le misurazioni necessarie, ci sono dei software che individuano il somatotipo senza la necessità di fare i calcoli a mano.
PERCHE’ SAPERE IL PROPRIO SOMATOTIPO
Il somatotipo da come abbiamo capito dà una idea di come si appare in base alla adiposità che abbiamo, alla robustezza muscolo-scheletrica e alla “linearità” posseduta. Viene usata per valutare i cambiamenti fisici che si presentano durante la crescita o l’invecchiamento o anche per predire alcune patologie.
Sembra infatti che il meso-endomorfico tenda a soffrire maggiormente di disturbi dell’apparato digerente, nevrosi o dolori a livello lombo-sacrale. Alti punteggi nella componente endomorfica si riscontrano in soggetti con sindrome metabolica, diabete 2, ipertensione.
Il somatotipo potrebbe essere anche predittore del rischio metabolico, punteggi elevati nella componente endomorfica e mesomorfica predicono un maggiore rischio di sindrome metabolica in soggetti sia obesi che di normale peso ma metabolicamente obesi.
I soggetti invece normo peso e metabolicamente attivi, hanno un alto punteggio della componente ectomorfica rispetto alle altre 2. (4).
ATLETI SI NASCE?
il somatotipo è stato analizzato in diversi sport per capire quale fosse la migliore fisicità in un certo sport tanto che insieme ad altre caratteristiche è stato usato, per la selezione di potenziali nuotatori di elite.
Studi di antropometria coinvolgenti il somatotipo hanno mostrato infatti differenze a seconda dello sport esaminato, del ruolo che si ha nella squadra e dal grado di livello di competizione sportiva.
La componente mesomorfica è correlata agli sport individuali che richiedono forza muscolare importante per una buona performance nei runners, jumpers, lanciatori, atleti, ginnasti. La componente ectomorfica è associata a sport di squadra che richiedono abilità e precisione come il calcio. I giocatori di hockey, i judoisti e i giocatori di rugby sono endomesomorfi; le donne giocatrici di pallamano per lo più endomorfi. Solitamente gli atleti hanno una maggiore componente mesomofica che va verso l’endomorfo o l’ectomorfo a seconda dell’attività. (5) (6)
Se in uno studio su una squadra di basket, i punti sulla somatocarta per i giocatori risultano variamente distribuiti non potendo individuare un unico somatotipo (3), in un altro (7), in cui sono stati confrontati atleti di elite e di più basso profilo, risulta che i giocatori di basket hanno una maggiore componente mesomorfica; i kayakers di alto livello in quella endomorfica e i giocatori di football in quella ectomorfica. Diversamente dai giocatori di basso profilo, quelli di elite hanno una maggiore variabilità nella componente endo ed ectomorfica potendo quasi essere un indicatore della capacità in quel determinato sport. La differenza tra i soggetti poco allenati e quelli di elite potrebbe essere proprio una questione di allenamento, nel senso che l’allenamento facendo variare i valori delle circonferenza/pliche, può rendere più vicino il soggetto al fisico migliore per quello sport.
Anche il miglioramento delle capacità aerobiche possono dipendere dal tipo di somatotipo come valutato da Chaouachi et (8) al che hanno monitorato i parametri delle capacità cardiovascolari in 41 ragazzi africani suddivisi nelle 4 categorie (endo-mesomorfi; mesomorfi; meso-ectomorfi; ectomorfi) dopo 12 settimane di allenamento intervallato effettuato per 2 volte a settimana. Tutti i soggetti mostrano un aumento significativo della massima velocità aerobica, della Vo2max e della seconda soglia ventilatoria VT2. Il maggior miglioramento si è riscontrato nei mesomorfi e meso-ectomorfi.
E che dire di coloro che partecipano alle gare “Ironman triathlon” che prevedono 3.8 km di nuoto, 180 km di pedalata e 42 km di corsa. Pur dovendo essere bravi in tutti questi 3 sport in realtà risultano fisicamente diversi dai ciclisti o corridori (più esili) o dai nuotatori (con più massa grassa). È stato visto che per gli atleti uomini, partecipanti della gara tenutasi in svizzera nel 2012, l’indice di endomorfismo è quello che maggiormente può predire il livello di performace, infatti una riduzione di esso insieme ad un aumento dell’indice dell’ectomorfismo migliora sostanzialmente le performance soprattutto nella corsa. Il somatotipo ideale per un “Ironman” è 1.7-4.9-2.8 quindi l’atleta dovrebbe essere “più ectomofico che non endo e mesomorfico”. Se questo è vero per gli uomini, nelle atlete donne non è stata trovata una relazione tra somatipo e performance (9)
Veniamo quindi allo sport in cui più che alle performace si punta sulle simmetrie, la muscolarità, la forma, riducendo al minimo il quantitativo di grasso, il Bodybuilding. Il somatotipo dovrebbe essere il più vicino al mesomorfo puro. L’analisi di 13 BB amatoriali ha infatti individuato una forte componente mesomorfica ma anche endomorfica e bassi valori di ectomorfismo (3)
Dal confronto di Body Builders (BB) professionisti iraniani, belgi e Brasiliani emerge che seppur gli iraniani abbiano una minore percentuale di grasso e una maggiore massa muscolare, la struttura corporea è simile in termini di somatotipo con una predominanza di mesomorfismo e un basso indice di endo ed ectomorfismo, potendo essere classificati come “mesomorfi bilanciati” (10).
Quando i BB sono confrontati invece con i Weight Lifter (WL), risulta non esserci molta differenza in termini di mesomorfismo, seppur i BB abbiano una maggiore muscolatura. I BB inoltre hanno una componente ectomorfica maggiore dei WL che invece hanno una componente endomorfica maggiore. I WL tendono ad avere più grasso dei BB questo perché è necessaria una massa maggiore per contrastare il peso sollevato durante le competizioni e l’obiettivo è quello di performace e non di aspetto fisico. (11)
CONCLUDENDO
Abbiamo quindi capito che
- ognuno di noi è caratterizzato da un certo grado robustezza in termini muscolo scheletrici; da un certo grado di adiposità e di fragilità degli arti
- i 3 parametri espressi come endomorfo – mesomorfo – ectomorfo sono calcolati e valutati tramite somatocarta
- questi parametri possono favorirci in alcuni sport rispetto ad altri
- è possibile con l’allenamento variare alcuni dei parametri seppur ovviamente vi siano degli aspetti non modificabili come ad esempio l’apparato scheletrico.
È importante dire che la performance dipende da tanti fattori, la motivazione, lo stato nutritivo e di idratazione, il grado di allenamento del gesto atletico e così via.
La dottoressa Emanuela Simone, nutrizionista sportiva e generica, sarà lieta di aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi considerando anche il tuo personale SOMATOTIPO.
Riferimenti
- https://en.wikipedia.org/wiki/Somatotype_and_constitutional_psychology. [Online]
- Kinanthropometry and exercise physiology laboratory manual : tests, procedures, and data. s.l. : Roger Eston and Thomas Reilly , 3rd ed, 2009.
- SOMATOTYPES IN SPORT. TÓTH T, MICHALÍKOVÁ M., et al. s.l. : acta mechanica et automatica, 2014, Vol. 8(1).
- Somatotype characteristics of normal-weight and obese women among different metabolic subtypes. Galić B.S., Pavlica T., et al. s.l. : Arch Endocrinol Metab., 2016, Vol. 60(1):60-5.
- Analysis of the elite athletes’ somatotypes. al, Raković A. et. s.l. : Acta Kinesiologica , 2015, Vol. 9 Suppl 1:47-53.
- Somatotype of Italian rugby players. Casagrande G., Viviani F. s.l. : J Sports Med Phys Fitness., 1993, Vol. 33(1):65-9.
- Body physique and dominant somatotype in elite and low-profile athletes with different specializations. Gutnik B, Zuoza A, et al. s.l. : Medicina (Kaunas), 2015, Vol. 51(4):247-52.
- Effects of dominant somatotype on aerobic capacity trainability. Chaouachi M, Chaouachi A, et al. s.l. : Br J Sports Med, 2005, Vol. 39(12):954-9.
- Somatotype, training and performance in Ironman athletes. Kandel M., Baeyens J.P., Clarys P. s.l. : Eur J Sport Sci. , 2014, Vol. 14(4):301-8.
- Somatotype and body composition of Iranian elite bodybuilders. Nikbakhsh R., Akbari A, et al. s.l. : Scholars Research Library- Annals of Biological Research, 2013, Vol. 4(4):176-179.
- A Comparative Study of Body Builders and Weight Lifters on Somatotypes. Imran M, Hussain I, et al. s.l. : Journal of Education and Practice, 2011, Vol. vol2, no3.