LA CELLULITE: POSSIBILI INTERVENTI
Dopo aver visto cosa è la cellulite, nell’articolo dieta per cellulite, vediamo come poter intervenire.
Tralasciando gli interventi di tipo estetici del tipo presso terapia, laser, applicazione di creme…, ci concentreremo sul comprendere se l’alimentazione può contribuire ad alleviare la condizione della cellulite. Ovviamente il primo consiglio è quello di seguire una alimentazione che porti al dimagrimento, in caso si sia in sovrappeso, varia ed equilibrata, ricca in frutta e verdura e povera di zuccheri raffinati. Per tutti gli eventi sopra descritti, si dovrebbe mirare a stimolare il microcircolo e rimuovere i fluidi accumulati (e gli elementi tossici) per migliorare la regolazione della matrice interstiziale, l’attività dei fibroblasti e ridurre l’edema. Si avrebbe così di conseguenza una migliore ossigenazione e trasporto di nutrienti alle cellule adipose e un aumento della lipolisi.
Una possibile strategia potrebbe essere anche l’individuazione di alimenti poco tollerati questo perché essi potrebbero innescare processi infiammatori con aumento della deposizione del grasso e un peggioramento della infiammazione di basso grado già presente nel tessuto adiposo.
Proprio per l’infiammazione del tessuto adiposo, una buona pratica è integrare l’alimentazione con grassi della serie omega 3, in grado di agire sul fattore NFkB così come sulla riduzione della produzione di citochine infiammatorie (TNF-α e IL-1β). La dose raccomandata è di 2.5 gr al giorno anche se per sapere realmente il nostro stato infiammatorio, e di quanti omega 3 necessitiamo, si può eseguire un test su sangue per capire il rapporto AA/EPA. Anche la Vitamina C si è dimostrata ridurre l’infiammazione, con effetti aumentati quando è somministrata insieme alla vitamina E e i bioflavonoidi.
Distante et al, Hanno proprio riportato 2 studi in cui si è somministrato una serie di bioflavonoidi per capirne l’impatto sulla cellulite:
nel primo studio sono state somministrate per 60 giorni, capsule contenenti estratti di seme di uva (Vitis vinifera ), Ginkgo biloba, centella Asiatica, Meliloto (Mellilotus officinalis), alga Kelp (fucus vesiculosus), olio di pesce e olio di borragine (Cellasene e Medestea) oppure un placebo. È risultato un miglioramento dei sintomi nel 71% delle donne con riduzione dell’edema, del dolore e dello spessore di grasso sottocutaneo. Un altro importante risultato si è ottenuto a livello vascolare con l’aumento della densità capillare e miglioramento della circolazione a livello locale.
Nel secondo studio sono state divise 145 donne in 3 gruppi, alle quali per 47 giorni è stato dato per tre volte al giorno, un placebo (una caramellina senza nessun principio vegetale) oppure bioflavonoidi sotto forma di polifenoli (Vitis vinifera), Acidi grassi essenziali (EPA, DHA, acido gamma linoleico), Vitamin E, Ginkgo biloba, Rusco, Meliloto, Centella. Al terzo gruppo i bioflavonoidi sono stati dati come polifenoli (Vitis vinifera), Recaptacell®, Ginkgo biloba, Rusco, Meliloto, Centella e Fucus (Cellulase Gold; Medestea Internazionale). Anche in questo caso vi è stato un aumento della vascolarizzazione a seguito dell’uso dei bioflavonoidi. Questo effetto potrebbe essere anche per un generale miglioramento del metabolismo della matrice interstiziale e della regione del periangio, cioè quella regione dove si verificano gli scambi tra sangue e tessuti. Il miglioramento dell’area interessata con riduzione dell’edema, dell’infiammazione e l’aumento dell’attività vascolare può essere anche la spiegazione per il minore dolore avvertito dalle donne testate. Oltre al rinforzo venoso, anche il flusso linfatico risulta migliorato.
Quindi l’integrazione con bioflavonoidi (vedi tabella per elenco piante e funzioni) migliora i vari aspetti collegati alla circolazione e alla regione mesenchimale, con conseguente aumento della perfusione microvascolare, dell’attività metabolica e con riduzione della sensazione della pesantezza e dell’aspetto a buccia di arancia.
Una nuova possibilità è quella di trattare la cellulite supplementando direttamente con i peptidi bioattivi del collagene (BCP), ed è quello che hanno provato a fare Schunck et al nel 2015 in donne con medio grado di cellulite (grado 2-3 della scala sopra descritta) sia normopeso che sovrappeso. 105 donne sono quindi state divise in due gruppi, ad uno venivano dati 2,5 gr di BCP derivati dal collagene di tipo 1 porcino, all’altro un placebo. Dopo 3 mesi “l’aspetto ad onde” della pelle di è ridotto del 2% e dell’8% dopo 6 mesi di trattamento. La riduzione della cellulite è stata accompagnata da una maggior densità del derma; il tessuto connettivo è divenuto più forte dando alla pelle maggiore compattezza. L’effetto ottenuto si basa sulla capacità dei BCP di stimolare il metabolismo cellulare con miglioramento della sintesi delle proteine della matrice, ripristinando così il derma. Si potrebbe pensare che vi sia una difficoltà nella assimilazione di questi peptidi, è stato invece dimostrato che essi vengono assorbiti intatti, attraversano la barriera intestinale ed entrano nel flusso sanguigno per poi arrivare alla cute.
Altri possibili aiutini che però dovrebbero essere studiati meglio in relazione alla cellulite potrebbero essere la propionil-L-Carnitina che aumentando la vasodilatazione potrebbe migliore il flusso sanguigno a livello del tessuto adiposo delle aree interessate e l’acido linoleico coniugato (CLA) in grado di aumentare le quantità di collagene ma anche in grado di mediare la perdita di grasso (in alcuni studi). È stata testata quindi l’associazione tra 400 mg CLA e le “pillole anticellulite” per 60 giorni. Sembra che l’associazione tra i 2, così come il CLA da solo, migliori l’aspetto della cellulite. C’è da dire però che il contenuto della “pillola anticellulite” usata negli studi non si sa cosa contenga, così come il campione esaminato è composto da poche persone, andrebbe quindi rifatto lo studio su un campione più grande.
CONCLUDENDO
La Cellulite ha dietro diversi protagonisti, che insieme “cooperano” generando l’aspetto tipico a buccia di arancia. Quello a cui si dovrebbe mirare a livello alimentare è:
- stimolare il microcircolo
- ridurre l’infiammazione locale
- rimuovere i fluidi accumulati (e gli elementi tossici) nell’interstizio
- ottenere migliore ossigenazione e trasporto di nutrienti alle cellule adipose.
- Ripristinare la funzione da impalcatura del connettivo.
A questo scopo possono essere utili alcuni integratori:
- Omega 3
- Vitamina C
- Derivati bioflavonoidi delle piante (rusco, centella, ficus, ginko, meliloto)
- I peptidi derivati dal collagene.
La Dottoressa Emanuela Simone biologa nutrizionista, sarà lieta di stilare la dieta per cellulite a Benevento più adatta a te, così da migliorare la tua condizione.
- Cellulite PATHOPHYSIOLOGY AND TREATMENT Second edition. s.l. : informa healthcare, 2010.
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- Dietary Supplementation with Specific Collagen Peptides Has a Body Mass Index-Dependent Beneficial Effect on Cellulite Morphology. Schunck M, Zague V, Oesser S, Proksch E. s.l. : J Med Food., 2015, Vol. 18(12):1340-8.
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